Acalasia

Cos'è?

L'acalasia esofagea è un disturbo della motilità dell'esofago: l’assenza dello spontaneo movimento di quest’organo dell’apparto digerente e la non completa apertura della valvola posta tra l'esofago e lo stomaco sono alla base di questa patologia. Chi ne soffre, ha difficoltà nel premettere la discesa del bolo alimentare. La patologia causa, quindi, un accumulo di materiale alimentare alla base dell'esofago nonché conseguenti disturbi al paziente quali rigurgito e dolore toracico.
L'acalasia primaria, nella forma più comune, deriva da innervazione anomala della muscolatura liscia dell'esofago. Una percentuale minima di casi, però, si verifica come forma secondaria di altre patologie, quali il cancro esofageo o la malattia di Chagas. Colpisce di solito adulti tra i 20 e 50 anni, senza distinzione di sesso.

Sintomi

La sensazione di arresto del bolo alimentare nell'esofago – disfagia – è il sintomo principale dell'acalasia. Paradossalmente, soprattutto all’inizio del disturbo, il paziente deglutisce meglio i solidi, più pesanti, che non i liquidi. Nel 70 per cento dei casi si ha rigurgito di cibo indigerito, soprattutto la notte, e tosse causata dal rigurgito che penetra nelle vie respiratorie (complicazione di quest’ultimo sintomo è la polmonite ab ingestis). Altri segni sono l’eccessiva salivazione e l’alitosi, a causa del ristagno di cibo nell'esofago. Nel 30 per cento dei casi è presente dolore toracico e pirosi. Un altro sintomo è la perdita di peso. La patologia può avere ulteriori complicazioni come il reflusso acido dallo stomaco nell'esofago; l’esofagite; l’infezione nei polmoni e la già menzionata polmonite ab ingestis.

Diagnosi

Rx del tubo digerente con il bario, endoscopia (esofago-gastroscopia) e manometria esofagea sono gli strumenti più comuni per la diagnosi, anche se non idonei ad escludere un'acalasia secondaria a neoplasie. La diagnosi differenziale deve essere posta con le altre cause di disfagia esofagea funzionale ed organica e con le cause di stenosi tumorale del cardias. La diagnosi dell'acalasia deve indagare innanzi tutto la storia della difficoltà a deglutire sia liquidi che i solidi. L'esofagogastroduodenoscopia con biopsia è indicata per escludere altre lesioni organiche.

Terapia

Nella terapia, iniezioni di tossina botulinica possono dare sollievo temporaneo ai casi lievi o moderati; farmaci miorilassanti possono ridurre il tono ed eliminare l'ostruzione al passaggio del cibo. Più efficaci sono la dilatazione pneumatica o l'intervento chirurgico di cardiomiotomia secondo Heller, oggi eseguita per via mininvasiva robotica o laparoscopica.

Iniezione della tossina botulinica. Recente alternativa alla soluzione chirurgica, la piccola quantità di Botox ® inoculata risolve per alcuni mesi – in rari casi,alcuni casi - il disturbo, provocando il rilassamento delle fibre muscolari dello sfintere esofageo inferiore. Per avere un sollievo efficace e risultati buoni senza rischi di perforazione, è opportuno ripetere frequentemente la terapia, adatta particolarmente per chi non può sottoporsi a intervento chirurgico.

Dilatazione con palloncino dello sfintere esofageo inferiore. La procedura di dilatazione esofagea consta nell’inserimento di un piccolo palloncino che, attraverso la bocca, tramite un endoscopio, arriva allo sfintere esofageo inferiore. Lì viene gonfiato fino a raggiunge un diametro di circa 3 o 4 centimetri. La tecnica mira a recuperare una dilatazione sufficiente a permettere il passaggio del cibo, il sollievo dei sintomi e può essere ripetuta negli anni per garantire risultati a lungo termine. Rischio principale è la potenziale perforazione dell'esofago.

L’intervento chirurgico (miotomia di Heller). Vengono sezionati i muscoli tra l’esofago e lo stomaco. Questa procedura migliora la deglutizione del cibo.
La degenza è normalmente breve ed il recupero accelerato se l’operazione, invece che in open, è realizzata con tecniche mini-invasive laparoscopiche o robotiche. L’operazione risolve il problema ai due terzi dei pazienti. È possibile tuttavia che si presenti la necessità di interventi chirurgici ulteriori o di ricorrere alla dilatazione con palloncino.

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Dopo il trattamento

Sia prima, sia dopo il trattamento, è possibile ridurre i sintomi della malattia masticando bene il cibo e mangiando lentamente. È consigliabile, durante i pasti, bere molta acqua e mantenendo una postura verticale. Evitare il consumo di cibi che aggravano il reflusso gastroesofageo (caffè, cibi acidi e grassi, cioccolato e alcolici). Evitare di andare a dormire subito dopo aver mangiato e, a letto, tenere la testa eretta per agevolare lo svuotamento dell'esofago grazie alla forza di gravità. Esistono, poi, farmaci inibitori della secrezione acida gastrica, utili dopo l'intervento chirurgico o la dilatazione.