Tumore del colon retto

Che cos'è

Il tumore del colon retto è il secondo tipo di neoplasia più diffusa in Italia, sia tra uomini che tra donne, e si manifesta più frequentemente dopo i 60 anni di età. Da un punto di epidemiologico, nel 1997 nell'Unione Europea sono stati diagnosticati più di 220.000 nuovi casi. Si sviluppa, generalmente a partire da polipi, piccole escrescenze sulla mucosa intestinale formatesi per proliferazione cellulare anomala. Spesso i polipi, soprattutto se piccoli, sono benigni e la percentuale che si trasformino in tumore è inferiore al 10%. L'identificazione precoce e la loro asportazione per via endoscopica previene l'evoluzione a carcinomi maligni e la possibile diffusione del tumore anche verso il fegato, l'organo più strettamente collegato al distretto colorettale.
Tra le cause si annoverano fattori nutrizionali, genetici, come la poliposi familiare, le malattie infiammatorie croniche come la retto colite ulcerosa e anche il morbo di Crohn.

Cause e fattori di rischio

Alcuni fattori possono accrescere il rischio di ammalarsi di questo tipo di cancro.
Chi segue un regime alimentare povero di verdura e frutta e ricco, invece, di proteine e grassi può essere più esposto alla malattia. Anche avere in famiglia casi diagnosticati è indice di rischio. Tra le persone più portate a sviluppare la neoplasia, poi, ci sono coloro che sono affetti dal morbo di Crohn, da colite ulcerosa, da obesità e, infine, dai fumatori e dai sedentari.

Sintomi

Il sintomo più comune del tumore è la presenza di sangue nelle feci. Anche le modifiche delle abitudini intestinali - stipsi, diarrea - possono essere segni importanti. Altri sintomi più vaghi sono rappresentati da stanchezza, perdita di peso, mancanza di appetito e comparsa di anemia. Il sintomo più allarmante è l'occlusione intestinale.

Come si fa la diagnosi

La diagnosi precoce con la colonscopia è di fondamentale importanza per la cura di questi tumori. È di ausilio anche la colonscopia virtuale, un esame che si avvale di immagini acquisite mediante la TAC multistrato. È molto importante sottoporsi, dopo i 50 anni, allo screening attraverso la ricerca di sangue occulto nelle feci. La TAC è utile anche nell’individuazione di eventuali metastasi mentre ecoendoscopia e risonanza magnetica per individuare la giusta terapia.

Come si cura

La terapia inizia con l'asportazione endoscopica dei piccoli polipi del colon e se, la diagnosi istologica è quella di un tumore maligno, si procede all'intervento chirurgico che è il momento fondamentale della terapia di questa malattia. Tradizionale, laporoscopica o robotica, è comunque la chirurgia il modo più comune per intervenire su questa malattia. Recentemente, la mucosectomia endoscopica è utilizzata per rimuovere le neoplasie in superficie.
È importante sottolineare che il trattamento dei tumori del colon retto prevede un approccio multidisciplinare (chirurgico, radio e chemio-terapico) ed è quindi molto importante, per i pazienti, che le strutture sanitarie che si occupano di questa malattia siano dotate anche sia di un reparto di oncologia medica sia di radioterapia.
Nel caso la malattia si ripresenti nonostante l’interevento chirurgico, può essere indicata la chemioterapia, utilizzata anche in presenza di metastasi avanzate.
Chemioterapia e radioterapia, insieme, possono essere utili, prima dell’operazione, nella riduzione della dimensione del tumore. Può capitare, così, di riuscire a conservare lo sfintere anale.
Chemio e radioterapia, infine, hanno anche una funzione palliativa qualora la neoplasia sia in uno stadio molto avanzato e quindi non operabile.

In che cosa consiste l'intervento chirurgico

L'operazione consiste nell'asportazione del tratto intestinale dove è localizzato il tumore, nell'asportazione delle ghiandole linfatiche tributarie di quel tratto di intestino e nella ricongiunzione delle due estremità sane. Se il tumore è in stato avanzato e presenta metastasi in organi a distanza quali, ad esempio, il fegato, la chirurgia prevede anche l'asportazione di parte degli organi ammalati.
È consigliabile precedere o seguire l’operazione con radioterapia o chemio.

Come può essere eseguito l'intervento chirurgico

Oltre alla tecnica tradizionale che prevede l'apertura dell'addome mediante un taglio verticale mediano, più o meno esteso, esistono tecniche mini-invasive, laparoscopica o robotica: attraverso incisioni di circa un centimetro, telecamera e strumenti chirurgici dedicati entrano nell'addome ed eseguono l'intervento. In questo caso, il trauma per il paziente è ridotto al minimo.
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Prognosi

La sopravvivenza globale a 1, 3, 5 anni dall'intervento curativo del tumore del colon retto si aggira intorno al 66%, 52% e 47% per il colon e del 72%, 51% e 43% per il retto, senza sostanziali differenze nei due sessi. I dati italiani di sopravvivenza a cinque anni si pongono nella media di quelli europei. Ovviamente i dati di sopravvivenza variano in base allo stadio della malattia al momento della diagnosi.

Follow-up

Concluso il trattamento, sono necessari controlli periodici, più ravvicinati all'inizio (tre o sei mesi) più diradati dopo (una volta all'anno). Esistono, infine, organizzazioni che sostengono i pazienti affetti da questa patologia.